La lacrima d’estate 🥲 🌊
Stavamo per chiudere gli studi, quando è arrivata la notizia che due signori, Carlo Riva Vercellotti e Roberto Ravello, che tra l’altro rappresentano noi piemontesi in Consiglio Regionale, hanno manifestato la propria intima felicità per la nomina del nuovo Garante per i detenuti in luogo di quello precedente, segnalando così un benemerito cambio di rotta.
Naturalmente, ognuno di noi è felice per ciò che ritiene meglio, ma l’aspetto interessante è che la critica alla persona del Garante, ormai scaduto per raggiunto limite dei mandati, si sofferma sul fatto che la scelta di quest’ultimo sarebbe stata quella – udite udite – di provare a difendere i diritti dei detenuti.
Non solo, ma tale scelta scriteriata – cioè che il Garante per i detenuti si sia occupato della tutela dei diritti dei detenuti – avrebbe anche determinato l’incredibile decisione di costituirsi parte civile in alcuni processi nei quali i detenuti sono persone offese di reati commessi dalle guardie e non invece nei casi nei quali le guardie sono persone offese di reati commessi da detenuti.
Cercando di capire il curioso passaggio giuridico, dunque, il Garante per i detenuti avrebbe peccato di miopia perché non si sarebbe costituito parte civile nei confronti dei detenuti stessi.
Il sottile ragionamento giuridico proposto, che forse potrà aprire nuove frontiere del diritto, ci porta a chiedere scusa a Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Franco Cordero e a tutti i giuristi che hanno fatto del Piemonte una terra di diritto, per avere consentito che il Consiglio Regionale fosse occupato da chi del diritto nulla sa e non ha neppure la creanza di tacere.
Alla prossima!
Torino, 1 agosto 2025
Il Consiglio Direttivo
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